venerdì 19 aprile 2024   ::  
      

"IN NOME DEL POPOLO MERIDIONALE"         

  

 

 

 

Manifesto EFA per le Elezioni europee 2019

 

 

 http://www.e-f-a.org/home/

 

L'Altro Sud-UDS già membro  del Partito europeo dell'EFA (European Free Alliance) e dell'APL(Alleanza dei Popoli liberi). Aderisce al gruppo dei partiti autonomisti nazionali per un "Patto di Autogoverno". Collabora con l'Istituto Internazionale per il Regionalismo e il Federalismo presso Monaco di Baviera 

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L’Altro Sud is a cultural-political movement which is inspired  by European Regionalism. The South of Italy (Two Sicilies) is an ancient and authoritative nation with about eight centuries of common history. The purpose of this organization is to contribute, with other European territories, at the construction of a Europe of the Peoples and of the Cultures. Defend the interests of the Southern Italian Regions in a Europe of the solidarity and identity.

 

 

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L'Altro Sud riporta Le Due Sicilie in Europa (vedi il filmato)

I"l nostro è un Paese in pezzi. Ripeterlo fa paura, ma non è detto che sia un male" . Un libro infuocato, che irrompe con forza nel dibattito politico e tratteggia scrupolosamente gli scenari di un futuro che non è mai stato così prossimo.

 

 

 

   
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 APL (Alleanza Libera dei Popoli)

  EFA  (European Free Alliance)

Esquerra  (Esquerra Republicana de Catalunya:partito nazionalista progressista Catalano)

BNG (Bloque Nacionalista Galego:partito nazionalista progressista Galiziano)

BLOC (El BLOC Nacionalista Valencià:partito nazionalista progressista Valenziano)

SNP (Scottish National Party: partito nazionalista progressista Scozzese) 

di Lerro Giorgio

 

 

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Fermiamo lo scempio in Basilicata dove si potrebbe destinare fino al 70% del territorio regionale allo sfruttamento petrolifero. Serve una mobilitazione permanente delle popolazioni meridionali contro questa violenza dello stato italiano che continua a considerare il Mezzogiorno solo una colonia da spremere e che ha consegnato i nostri territori alle compagnie petrolifere

 ORA E' TEMPO DI REAGIRE!

   
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Video "Un Altro Sud c'è". Rassegna di immagini del Sud stereotipato della criminalità e del degrado contrapposto al Sud positivo, della gente perbene, degli eroi, della cultura, dell'arte, della Storia di un popolo che è stato Nazione per otto secoli.

   
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"United in diversity", states the European Union. The European Parliament needs to guarantee that we live up to that statement and defend our diversity, a diversity which is best measured by the well being of Europe’s national and linguistic minorities.

Role of the Intergroup
The Intergroup serves as an open forum for exchanging ideas and views on the situation and future of traditional minorities, national communities and languages. In order to promote awareness and understanding of minority issues in Europe, the Intergroup serves as a meeting point for political groups, European institutions, non-governmental organisations and minority representatives. 
   
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Nicola Perrini, ingegnere, docente di elettronica con numerose esperienze professionali - in particolare nel campo delle Energie Rinnovabili e dell'impiantistica industriale - è attualmente Coordinatore Nazionale de L'Altro Sud-UDS. Meridionalista doc, è autore stimatissimo di numerosi contributi sulla Questione Meridionale e sulle nuove opportunità di sviluppo del Mezzogiorno. 

coordinamento.nazionale@laltrosud.it 

   
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 VIVI IL SUD    

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Dei prodotti che i cittadini meridionali acquistano, solo il 6% è made in Sud. Un consumo più consapevole potrebbe ribaltare il destino della nostra terra.

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Inviaci la tua adesione a:

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Intervista ad Antonio Gentile (presidente L'ALTRO SUD)

   
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 L'INCUBO DI PETRA    
Luogo: BlogsL'ALTRO SUD    
Inviato da: 242658@aruba.it 17/01/2014 20.08

L'INCUBO DI PETRA

di Francesco Delzio

  La grande crisi non è una "livella". Parafrasando la nota poesia di Antonio de Curtis, è questo il significato più profondo dei dati Istat sulla disoccupazione. Negli ultimi tre anni la distruzione di posti di lavoro non ha colpito in egual misura junior e senior, uomini e donne, Nord e Sud. Al contrario: la crisi sta ampliando a tal punto le differenze di chances occupazionali per età, sesso e luogo, da creare divari pressoché incolmabili. Se a luglio la disoccupazione in Italia risulta complessivamente invariata, continua invece inarrestabile l'escalation della disoccupazione giovanile.

Non è un caso. Lo dimostra un dato incredibilmente sottovalutato nel dibattito pubblico, e svelato dall'istituto di statistica nell'ultimo anno in Italia abbiamo perso 585mila posti di lavoro, ma di questi quasi tutti appartengono ad "under 35" (532.000). Mentre nello stesso arco temporale gli occupati con più di 50 anni sono addirittura cresciuti, di ben 214mila unità.

Sono i nostri ragazzi, dunque, le vere vittime sacrificali della grande crisi. Vittime di un sistema fiscale e contributivo nel quale oggi, agli imprenditori italiani, non conviene assumere. Il costo di un'assunzione a tempo indeterminato è decisamente troppo alto, a causa di un cuneo fiscale e contributivo a livelli record in Europa: meglio investire in lavoro flessibile o in tecnologia, tenendo bassi i costi fissi. La stessa disoccupazione giovanile non colpisce allo stesso modo tutte le aree del Paese, ma picchia con violenza molto superiore nel Mezzogiorno. Qui essere al tempo stesso giovane e donna è diventata una tragica garanzia di esclusione" dal circuito del lavoro e della cittadinanza economica. Due dati-simbolo si impongono alla nostra attenzione: oggi nel Il Sud ormai non ha più le forze per rialzarsi da solo Serve una "scossa", una strategia straordinaria. Al Sud meno di una donna su tre ha un lavoro e più del 50 per cento di giovani donne è in cerca di occupazione. I numeri in questo caso sono più forti di ogni parola e illuminano una questione di genere mai risolta, sul piano culturale prima ancora che economico. Ma ad essere disperato è lo stato complessivo del nostro Mezzogiorno. I dati raccontano una condizione sempre più simile a quella di un deserto. Deserto di imprese, di lavoro e di opportunità. E non è solo un effetto della de- industrializzazione del Meridione, che a causa della globalizzazione ha perso negli ultimi quindici anni quasi tutti i suoi distretti industriali. Spulciando i dati Istat, si scopre che nell'ultimo anno sono letteralmente crollati nelle regioni meridionali gli occupati nel settore delle costruzioni - tradizionale roccaforte dell'impresa meridionale - e dell'agricoltura, che continua in ogni caso a rappresentare una parte rilevante dell'economia meridionale. Abbandonato dalla gran parte della spesa pubblica nazionale, incapace di sfruttare i fondi europei, il Sud oggi non ha più le forze per rialzarsi da solo. Serve disperatamente una scossa", una strategia straordinaria che lo apra a imprenditori, capitali, idee e talenti provenienti dal mondo. Altrimenti il suo destino è segnato. Diventerà una nuova "Petra": una terra arida e abbandonata, un mondo carico di meraviglie del passato ricoperte dalla sabbia del presente. Da visitare e abbandonare il giorno dopo, con lo stesso entusiasmo.

LA VERA STORIA

 

 

 

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Commenti (6)   Aggiungi Commento
Re: L'INCUBO DI PETRA    Da Rino a 17/01/2014 23.45
Il Sud ha solo paura di muoversi da solo, non gli mancano le energie. Ora ci vuole coraggio e la liberta' di decidere.

Re: L'INCUBO DI PETRA    Da Lucia a 18/01/2014 19.24
Il rischio c'è ma non ci arrenderemo mai. Ci sono tanti uomini e donne pronte a riprendere in mano i propri destini. Mi sempre molto adeguato il link su La Vera Storia: è lì la questione di tutto. Avere la coscienza del saccheggio che abbiamo subito!

Re: L'INCUBO DI PETRA    Da Stefano a 18/01/2014 20.50
Credo che la comunità dei "consapevoli" sia fortemente cresciuta negli anni, si tratta ora di mobilitarla. il problema però è che i mobilitatori sono spesso ridicole prime donne o quaquaraquà. il tutto si gioca sulla credibilità delle persone e su una vera idea di governo che non sia limitata solo al proprio cortile.

Re: L'INCUBO DI PETRA    Da Susy a 19/01/2014 13.16
Dice bene Delzio, le vere vittime sono i giovani che in pratica non hanno futuro in questa Italia depredatrice. La storia dobbiamo farcela noi mettendo da parte la rassegnazione e la voglia di scappare via, rimaniamo nella nostra terra e gestiamo tutto con la libertà di decidere. All'Italia diciamo pure ciao, ciao, prima che questa ci uccida tutti.

Re: L'INCUBO DI PETRA    Da @nestor a 20/01/2014 18.10
sono 150 anni che vorrebbero vederci ridotti a delle statue di terracotta in un cimitero di rovine. Non ci sono mai riusciti e mai ci riusciranno!

Re: L'INCUBO DI PETRA    Da Massimo Colonna a 20/01/2014 22.21
Caro Francesco il sud e'vivo! Guai a pensare che non ce la fara`


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Ti riconosci solo nel Sud del sottosviluppo, della criminalità organizzata, del degrado socio-ambientale e degli atteggiamenti incivili?

NOI NO!
 
Noi c'identifichiamo nel Sud della gente onesta, operosa, intelligente, che è la maggioranza della popolazione meridionale.
 
Noi crediamo nel Sud della legalità, della cultura, della sana ed efficiente imprenditorialità, della ricerca avanzata, delle professioni e del grande ed eccezionale patrimonio artistico.
 
Noi sappiamo che il Sud è stato tra i principali protagonisti della storia e della civiltà mediterranea ed europea.
 
 
PER DARE VOCE A QUEST'ALTRO SUD SCENDIAMO IN CAMPO!
   
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Morti per la LEGALITA'. Morti per la LIBERTA'. Morti per UN ALTRO SUD.

 

 

   
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