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L’Altro Sud is a cultural-political movement which is inspired  by European Regionalism. The South of Italy (Two Sicilies) is an ancient and authoritative nation with about eight centuries of common history. The purpose of this organization is to contribute, with other European territories, at the construction of a Europe of the Peoples and of the Cultures. Defend the interests of the Southern Italian Regions in a Europe of the solidarity and identity.

 

 

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I"l nostro è un Paese in pezzi. Ripeterlo fa paura, ma non è detto che sia un male" . Un libro infuocato, che irrompe con forza nel dibattito politico e tratteggia scrupolosamente gli scenari di un futuro che non è mai stato così prossimo.

 

 

 

   
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BLOC (El BLOC Nacionalista Valencià:partito nazionalista progressista Valenziano)

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di Lerro Giorgio

 

 

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Fermiamo lo scempio in Basilicata dove si potrebbe destinare fino al 70% del territorio regionale allo sfruttamento petrolifero. Serve una mobilitazione permanente delle popolazioni meridionali contro questa violenza dello stato italiano che continua a considerare il Mezzogiorno solo una colonia da spremere e che ha consegnato i nostri territori alle compagnie petrolifere

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Video "Un Altro Sud c'è". Rassegna di immagini del Sud stereotipato della criminalità e del degrado contrapposto al Sud positivo, della gente perbene, degli eroi, della cultura, dell'arte, della Storia di un popolo che è stato Nazione per otto secoli.

   
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Nicola Perrini, ingegnere, docente di elettronica con numerose esperienze professionali - in particolare nel campo delle Energie Rinnovabili e dell'impiantistica industriale - è attualmente Coordinatore Nazionale de L'Altro Sud-UDS. Meridionalista doc, è autore stimatissimo di numerosi contributi sulla Questione Meridionale e sulle nuove opportunità di sviluppo del Mezzogiorno. 

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 ED IO DIFENDO LUIGI (CESARO)    
Luogo: BlogsL'ALTRO SUD    
Inviato da: 242658@aruba.it 31/03/2013 18.05

ED IO DIFENDO LUIGI (CESARO)

di Marco Esposito

Per un assessore della Giunta de Magistris è difficile spiegare cosa hanno fatto negli ultimi anni i governi a trazione nordista. Il loro obiettivo è azzoppare gli enti locali del Mezzogiorno e far pagare ai cittadini del Sud la gran parte del peso della crisi. Tuttavia, ogni volta che tiro fuori un dato, c’è qualcuno che sospetta che il mio obiettivo sia giustificare gli insufficienti risultati del Comune di Napoli e quindi difendere Luigi (de Magistris).

E allora provo a spezzare una lancia in difesa della Provincia, visto che nessuno potrà sospettare che il mio obiettivo esplicito o implicito sia dare una mano a Luigi (Cesaro).

Ecco i fatti: il governo per far quadrare i conti ha dato una bella sforbiciata ai trasferimenti alle Province (oltre che ai Comuni e alle Regioni). Ha deciso il taglio generale di 500 milioni per il 2012 e di ulteriori 1.000 milioni sia per il 2013 sia per il 2014 (articolo 16 comma 7 decreto 95/2012).

Per la ripartizione dei sacrifici fra le Province si è deciso di utilizzare il criterio dei cosiddetti “consumi intermedi”. I quali in apparenza sono le spese per carta, computer, affitti, arredi, auto blu ma che in realtà comprendono le spese per la manutenzione delle scuole o delle strade, ovvero servizi ai cittadini.

Perché difendo la – per altri versi – indifendibile Provincia di Napoli? Perché su oltre cento Province, soltanto la Provincia di Napoli è obbligata (insieme al Comune di Napoli e al Comune di Palermo) a servirsi di cooperative nate per ragioni sociali con la legge 452 del 1987. In base a tale legge, la Provincia di Napoli deve per forza servirsi di una cooperativa, i cui costi sono saldati dallo Stato ma entrano nel suo bilancio, gonfiandolo.

A causa delle spese per acquistare i servizi di una Cooperativa nata in base a una legge di oltre un quarto di secolo fa, la Provincia di Napoli ha costi per 346 milioni contro i 211 milioni della Provincia di Roma, i 198 della Provincia di Torino e i 147 della Provincia di Milano. Senza tali costi Napoli sarebbe, in rapporto agli abitanti, sotto il livello di Torino. Fatto sta che il taglio sul 2012 è stato fatto anche in base a costi dovuti per legge: 46 milioni a Napoli, 28 a Roma, 26 a Torino e 19 a Milano.

Tuttavia la Provincia di Napoli, a fronte dei 46 milioni di taglio, non può risparmiare neppure un euro per le spese per la Cooperativa, le quali sono imposte per legge, e deve quindi incidere sui servizi diretti ai cittadini, riducendo o annullando la manutenzione delle strade e delle scuole. Senza tale regola folle – ovvero senza scorporare dalle spese quelle obbligatorie per legge – Napoli avrebbe potuto ricevere una decina di milioni in più. Milioni che però qualcun altro avrebbe dovuto sborsare: Roma, Torino, Milano e via via tutti gli altri.

Ed ecco la conclusione: tagliare a Napoli va bene perché nessuno avrà il coraggio di schierarsi con la Provincia (politicamente indifendibile). Così come tagliare al Comune di Napoli è facile perché tutti – il Pdl, il Pd, il centristi e persino i grillini – non hanno alcun interesse a spiegare cosa si sta facendo ai danni della città. Una sorta di prova per far pagare a Napoli e in generale al Sud il peso della crisi. Vero: al Sud ci sono sprechi che vanno combattuti. Ma quando i tagli raggiungono determinate dimensioni non si sta più invitando una persona cicciottella alla dieta, ma la si sta conducendo al decesso per insufficiente nutrizione.

Il modello è quello aziendale della “bad company”. Creare una piccola Italia ricca di infrastrutture e servizi sociali, spendibile nel mondo, scaricando sulla “bad Italia” – ovvero la “Sud Italia” – i costi del disastro finanziario, costringendo gli enti locali del Sud ad alzare le tasse e invitando le imprese e i cervelli migliori a emigrare. La scommessa fatta dai politici nordisti è che nessuno di noi meridionali se ne accorgerà in tempo: tutti tesi a dimostrare se sono di più le responsabilità di Bassolino, Caldoro, Cesaro, de Magistris o Iervolino.

Ecco: sono riuscito a spezzare una lancia in favore di Luigi Cesaro. Mi è costato, perché non è possibile che una provincia di tre milioni di abitanti debba essere rappresentata da una persona che ha rapporti così contorti con la Giustizia e con la Grammatica. Mi è costato, ma mi auguro che questo articolo serva ad aprire gli occhi sulla verità, nell’interesse dei cittadini. Intereresse che viene (sempre) prima di quello del politico o dell’assessore di turno. 

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Commenti (10)   Aggiungi Commento
Re: ED IO DIFENDO LUIGI (CESARO)    Da Nix a 24/03/2013 21.13
Marco aggiunge altri elementi utili a spiegare il difficile momento attuale ed i rapporti di forza nella politica italiana, con leaders tutti settentrionali, che penalizzano i deboli, vale dire il Sud. Ma i deboli debbono capire che l'unico sistema per resistere è essere uniti e difendere con determinazione i propri interessi. Interessi che sono in contrasto con quelli di altre regioni. Ecco bisogna capire che i territori sono in competizione tra di loro e che ciascuno porta acqua al proprio mulino, anche a discapito degli altri. Si spiegano così anche i tanti interventi interessati, ultimo quello del genovese presidente della federazione vela che disapprova lo "spreco" di denaro per l'America's Cup. In realtà lo sviluppo del turismo per Napoli si traduce in una perdita per gli altri. Tutto qui.

Re: ED IO DIFENDO LUIGI (CESARO)    Da Mimmo a 25/03/2013 16.24
Siamo veramente stanchi di subire lo sfruttamento del nord che è diventato pressochè totale anzi una vera rapina tutti i giorni. Se smettessimo di lamentarci prendendo in seria considerazione di liberarci di questa Italia forse qualche speranza c'è ancora.

Re: ED IO DIFENDO LUIGI (CESARO)    Da Sam a 25/03/2013 17.07
E' inutile votare o pensare che qualche politico possa fare qualcosa, meglio fare come i catalani e gestirsi da soli. non sarà mai peggio di come stiamo ora.

Re: ED IO DIFENDO LUIGI (CESARO)    Da Gennaro a 26/03/2013 18.06
Le imprese, in gran parte del nord, riescono a recuperare una parte dei crediti dallo stato ma al sud e a Napoli in particolare non ci danno i milioni di euro per la sopravvivenza dei comuni. Questa italietta puzza come sempre di discriminazione.

Re: ED IO DIFENDO LUIGI (CESARO)    Da Massimo Colonna a 28/03/2013 21.38
Ricordo che il Comune di Napoli ha un debito di 35 milioni di euro con oltre 40 case famiglia operanti in città, che da tre anni sono costrette ad andare avanti con risparmi privati. Il risultato è che la metà delle comunità che lavorano per il Comune chiuderà definitivamente tra qualche settimana e che i minori custoditi dovranno essere ricollocati altrove. Il loro lavoro è indispensabile in una realtà come quella partenopea e che dunque servono fatti.

Re: ED IO DIFENDO LUIGI (CESARO)    Da MIchele a 27/03/2013 17.41
Non perdetevi in chiacchiere: LIBERTA' DEVE ESSERE IL NOSTRO CREDO!

Re: ED IO DIFENDO LUIGI (CESARO)    Da Oreste Piantedosi a 28/03/2013 21.38
Ci vorrebbero 400 anni per recuperare lo svantaggio che separa il Sud dal Nord come lo segnala lo Svimez. Che vogliamo sperare, dobbiamo solo agire senza mediazioni dei partiti nazionali che sono lo strumento del nostro sfruttamento.

Re: ED IO DIFENDO LUIGI (CESARO)    Da Tom a 29/03/2013 20.02
Smettiamola di lamentarci sempre senza fare nulla e ricordiamoci che bisogna pagare qualunque prezzo per il diritto di mantenere la nostra libertà.

Re: ED IO DIFENDO LUIGI (CESARO)    Da Susy a 31/03/2013 16.45
Auguri di Buona Pasqua a tutti voi!

Re: ED IO DIFENDO LUIGI (CESARO)    Da Valori Flegrei a 01/04/2013 18.43
Napoli ha sforato il patto di stabilità. <br><br>La delibera è stata emanata dalla giunta di Palazzo San Giacomo venerdi scorso, per sbloccare 2 milioni e 800.000 euro, fondi che erano fisicamente presenti nelle casse del Comune di Napoli, ma che una assurda imposizione di stato, non potevano essere toccati. C'è un patto da rispettare, quello di stabilità.<br><br>Peccato che secondo il governo i patti vadano rispettati in modo unilaterale. Fai quello che dico, non fare quello che faccio.<br><br>Il decreto 174, il "salva comuni" sanciva l'arrivo nelle casse del Comune partenopeo di 60 milioni di euro. Ci spettavano da subito (non è un opinione, era nero su bianco). Di questi soldi non c'è traccia. Ritardo burocratico, la motivazione dietro cui si nasconde il governo di Roma.<br><br>Azzardiamo che forse se ci fosse stato un Bassolino o una Jervolino a palazzo San Giacomo, la burocrazia si sarebbe dissolta come neve al sole... si vede che ci sono persone "simpatiche" e persone "antipatiche" al potere. In mezzo ci sono i cittadini,ma di questi tempi non si può andare tanto per il sottile. A Napoli lo stiamo imparando sulla nostra pelle!<br><br> <br><br>La legalità dunque è un concetto relativo. Questo è il messaggio che arriva da Roma, dove si sa, sono tutti più "saggi".<br><br>Intanto la nostra città sprofonda. Intanto le strade non esistono più. Intanto le scuole sono fatiscenti e i nostri bambini sono a rischio. Intanto i palazzi crollano.<br><br> <br><br>E di fronte a questa situazione che il sindaco e la giunta hanno preso una decisione drammatica, ma necessaria: sforare il patto di stabilità per spese di investimento.<br><br> I soldi saranno destinati al rifacimento del manto stradale delle strada più dissestate (da via Vespucci a via Gemito, da via Giustiniano, a via Giulio Cesare, da via Montagna Spaccata a Coroglio) e alla ristrutturazione di alcuni istituti scolastici fatiscenti che saranno segnalati dalle municipalità.<br><br> <br><br>Il gesto di De Magistris ha già avuto l'appoggio di Iannuzzi, presidente Anci campania ("Dopo Napoli altri Comuni pronti a sforare") e la solidarietà dei sindaci, gli unici in questo momento a rendersi conto dei disastri che sta causando la politica economica tracciata da Berlusconi prima e Monti poi. <br><br> <br><br>Non ci stancheremo mai di ripeterlo: uno stato e il sistema legislativo su cui si fonda, hanno ragione di esistere se tutelano gli interessi del cittadino. Nel momento in cui gli unici interessi a prevalere sono quelli finanziari all'interno di un sistema di potere che non ha nulla di democratico, come è attualmente l'Europa,tutto perde di senso. <br><br> <br><br>L'Europa va profondamente rivista nelle sue basi fondamentali. Qualunque classe politica decida di accettare in modo passivo queste decisioni, non curandosi del tessuto sociale che dovrebbe rappresentare e rendere conto ha sbagliato mestiere.<br><br> <br><br>Forse i tecnici o i saggi o i sostenitori dei governissimi storceranno il naso di fronte a questa scelta.<br><br>Non importa. Preferiamo avere come riferimento e guida la Costituzione.<br><br>"Non disobbedienza civile, ma obbedienza costituzionale"<br><br>Grazie sindaco.<br><br>


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