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L’Altro Sud is a cultural-political movement which is inspired  by European Regionalism. The South of Italy (Two Sicilies) is an ancient and authoritative nation with about eight centuries of common history. The purpose of this organization is to contribute, with other European territories, at the construction of a Europe of the Peoples and of the Cultures. Defend the interests of the Southern Italian Regions in a Europe of the solidarity and identity.

 

 

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L'Altro Sud riporta Le Due Sicilie in Europa (vedi il filmato)

I"l nostro è un Paese in pezzi. Ripeterlo fa paura, ma non è detto che sia un male" . Un libro infuocato, che irrompe con forza nel dibattito politico e tratteggia scrupolosamente gli scenari di un futuro che non è mai stato così prossimo.

 

 

 

   
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Fermiamo lo scempio in Basilicata dove si potrebbe destinare fino al 70% del territorio regionale allo sfruttamento petrolifero. Serve una mobilitazione permanente delle popolazioni meridionali contro questa violenza dello stato italiano che continua a considerare il Mezzogiorno solo una colonia da spremere e che ha consegnato i nostri territori alle compagnie petrolifere

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Video "Un Altro Sud c'è". Rassegna di immagini del Sud stereotipato della criminalità e del degrado contrapposto al Sud positivo, della gente perbene, degli eroi, della cultura, dell'arte, della Storia di un popolo che è stato Nazione per otto secoli.

   
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Nicola Perrini, ingegnere, docente di elettronica con numerose esperienze professionali - in particolare nel campo delle Energie Rinnovabili e dell'impiantistica industriale - è attualmente Coordinatore Nazionale de L'Altro Sud-UDS. Meridionalista doc, è autore stimatissimo di numerosi contributi sulla Questione Meridionale e sulle nuove opportunità di sviluppo del Mezzogiorno. 

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 IN MORTE DELLA DEMOCRAZIA LIBERALE    
Location: BlogsL'ALTRO SUD    
Posted by: 242658@aruba.it 11/06/2014 18.01

IN MORTE DELLA DEMOCRAZIA LIBERALE

di Francesco Toscano

 Spesso faccio fatica a comprendere come sia stato possibile, per l’Europa di oggi, scivolare di nuovo all’interno del baratro antidemocratico quasi senza accorgersene. In questi giorni si discute molto della nomina del prossimo Presidente della Commissione Europea, ruolo strategico per definire i destini dell’Unione negli anni a venire. Come è oramai chiaro a tutti, infatti, le principali istituzioni comunitarie condizionano la vita dei cittadini in maniera molto pesante, spesso assorbendo con malvagità e furbizia ruoli e funzioni prima delegati ai legittimi rappresentanti del popolo eletti con metodo democratico. Per farsi un’idea puntuale su cosa stia realmente accadendo, è sufficiente dare un’occhiata alla vicina Grecia, landa desolata letteralmente martoriata da un manipolo di burocrati discesi ad Atene, su mandato della Troika, con lo stesso piglio con il quale i Visigoti di Alarico provvidero a saccheggiare Roma nel lontano 410 d.c. Qualcuno dirà: “i greci meritano la fine che hanno fatto, avendo scelto di affidare il proprio destino ad un personaggio come Samaras, burattino nella mani della signora Merkel che vede accrescere il proprio potere personale proprio nella misura in cui distrugge la dignità del popolo che indegnamente rappresenta”. Lo stesso discorso potrebbe farsi per l’Italia di Renzi, ultimo servo inviato dalla massoneria reazionaria globale per completare la de-industrializzazione dell’Italia. Ma una lettura di questo tipo, troppo colpevolizzante nei confronti di un elettorato complessivamente raggirato e intimorito, risulterebbe in verità ingiusta. La vera questione che dovrebbe turbare i sonni di qualsiasi sincero democratico europeo, non riguarda tanto la possibile presenza sulla scena di alcuni capi di Stato e di governo che sembrano ricalcare fedelmente le orme tracciate in passato dal lurido collaborazionista Petain. Tale circostanza, valutata con ragionevole disincanto, mi appare alquanto scontata: esisteranno sempre singoli uomini pronti a macchiarsi di condotte spregevoli e infami perché obnubilati dalla sete di ricchezza e di potere. Meno normale è invece assistere inermi alla fine della democrazia liberale nel Vecchio Continente, di fatto sostituita da un sistema oligarchico dal sapore medievale. Esagero? Non credo. Gli Stati-nazione sono già in fase di agonia avanzata, assorbiti di fatto dal già nato Super-Stato europeo, le cui direttive sono vincolanti e sovraordinate rispetto alle singole legislazioni nazionali. Ma questo Super-Stato, mostro a più teste dall’accento germanico, legifera forse in virtù di una procedura democratica? Rispetta la basilare divisione dei poteri, così per come formulata da Montesquieu ne “Lo spirito delle leggi”? Evidentemente no. Perché? Perché tanto il potere legislativo quanto quello esecutivo vengono di fatto esercitati dalla Commissione Europea in tandem con il Consiglio dell’Unione Europea, istituzioni non rappresentative che operano felicemente pure in assenza di rapporto fiduciario con l’unica istituzione comunitaria legittimata dal basso: il Parlamento Europeo. Per quanto riguarda il potere giudiziario, poi, pilastro di ogni democrazia liberale che crede nell’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, sappiate che anch’esso è morto nelle pieghe di questa costruzione oligarchica e tecnocratica chiamata Ue. Il Meccanismo europeo di stabilità (Mes), ad esempio, istituito dalle modifiche al Trattato di Lisbona nel 2011, stabilisce che “tutti i membri del personale sono immuni a procedimenti legali in relazione ad atti da essi compiuti nell’esercizio delle proprie funzioni e godono dell’inviolabilità nei confronti dei loro atti e documenti ufficiali (art. 35)”. In pratica il Trattato riconosce ai funzionari del Mes uno status pressoché identico a quello riservato ai monarchi assoluti di un tempo (“legibus soluti)”. Ricapitolando: è morta la sovranità popolare; è morta la divisione dei poteri ed è morta l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge. C’è ancora qualcuno che è disposto a credere di vivere in democrazia?

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Comments (9)   Add Comment
Re: IN MORTE DELLA DEMOCRAZIA LIBERALE    By Nicola Perrini on 11/06/2014 23.23
La grande finanza speculativa riesce ad imporre politici burattini che eseguono fedelmente le direttive dei capi occulti. Ben orchestrate campagne dei media portano in alto chi è allineato ai voleri dei gruppi di potere o distruggono chi cerca di rimanere autonomo. Gli stessi media convincono le masse della necessità di accettare crescenti sacrifici come prezzo da pagare per gli sprechi passati e l'alto debito pubblico accumulato, rinunciando progressivamente ad ogni conquista sociale in vista di una luce in fondo al tunnel che in realtà non si vedrà mai. La gente confusa e disorientata accetta e si aggrappa ad una speranza di ripresa sempre annunciata ma mai realizzata. La disoccupazione dilagante tra i giovani crea un esercito di derelitti disposti ad accettare qualunque vessazione, riducendo così i contribuiti versati e mettendo in discussione finanche il pagamento delle pensioni. In realtà gli obiettivi delle elites finanziarie sono quelli del governo unico mondiale, dell'esercito unico mondiale, della crescita zero necessaria ai paesi dominati per mantenere il controllo del mondo, a popolazioni uniformate e semischiavizzate e di conseguenza incapaci di qualunque reazione. Sembra la trama di un film di fantascienza, ma in realtà è solo quello che sta avvenendo, così programmato circa settanta anni fa. Le soverchianti forze della finanza schierate in campo lasciano presagire una sicura disfatta dei popoli europei, a meno che gli stessi non si organizzino in una strenua difesa che parte dal boicottaggio di tutti i media gestiti dai poteri e passi per la gestione diretta dei mezzi di informazione.

Re: IN MORTE DELLA DEMOCRAZIA LIBERALE    By Caterina Gleijeses on 12/06/2014 8.27
Leggendo queste cose molto interessanti viene da chiedersi ma che ruolo ha e avrà il Mezzogiorno. La vostra idea politica mi ha formato una coscienza del tutto nuova per una sudista come mi ritengo di essere e che non esiste in altre realtà. Capire i processi mondiali per capire ciò che sta succedendo da noi è fondamentale, molti si limitano a guardare solo alle nostre regioni come se fossero un mondo a parte ma in realtà siamo parte di questo mondo globalizzato. Se la risposta sarà la nuova idea federalista che voi sostenete allora bisognerà lavorare tutti insieme per farla meglio conoscere e realizzarla. Il futuro e forse la nostra stessa sopravvivenza dipendono da queste scelte.

Re: IN MORTE DELLA DEMOCRAZIA LIBERALE    By Barbara on 12/06/2014 16.10
Il post di Francesco è come al solito pregevole e utile alla comprensione della nostra condizione. un movimento meridionalista così particolare come il nostro che estende le sue analisi politiche a tutta Europa entrando nei processi più profondi del dominio economico e sociale dei gruppi di potere sa veramente di straordinario e di unico. In un certo qual senso il sud non è solo vittima dello stato italiano ma anche di processi internazionali che ci inchiodano alla nostra situazione.

Re: IN MORTE DELLA DEMOCRAZIA LIBERALE    By Oreste Piantedosi on 14/06/2014 16.22
Sono molto contento che il dottor Toscano accenni al Super - Stato europeo e più in generale all'annientamento delle diversità territoriali, e lo fa in modo decisamente convincente. Il problema è per certi versi simile a quello verificatosi nel momento dell'unità nazionale italiana quando tutti, comprese nazioni straniere ridefinirono una nuova Europa nella quale ile Due Sicilie non dovevano più esistere, ma doveva esserci un unico grande mercato internazionale. Indubbiamente l'attuale Europa ha poco di realmente democratico, anzi esaspera, quando può le discriminazioni sociali. Aspetto pertanto come mi è stato annunciato che l'Altro Sud faccia conoscere il suo nuovo documento politico sul tema del "nuovo ordine delle nazioni" che l'amico Rino ha definito rivoluzionario. Spero veramente che ci possa essere una nuova possibilità per tutti.

Re: IN MORTE DELLA DEMOCRAZIA LIBERALE    By Michele on 14/06/2014 18.34
Non è morta solo la democrazia, nel nostro paese sono morti da tempo gli italiani. Per vent'anni hanno leccato il sedere a Berlusconi che ha fatto a pezzi l'Italia portando dei beduini ad essere ministri, ora eccoli lì reggere le balle all'ennesimo venditore di fumo che continua a mettere tasse e a tagliare, tagliare, tagliare diritti e posti di lavoro. E qui al Sud ci accontentiamo dell'armata Brancaleone di quattro cialtroni che dicono di parlare a nome della propria gente ma sono in gran parte delle nullità che si sono costruite un alibi alla loro banalità di vita. Vedi alle ultime elezioni europee: hanno dimostrato solo di essere dei buffoni da circo, eppure continuano a sparare cazzate. Il peggior cancro del Meridione sono proprio questi omuncoli parassiti, lecchini, pagliacci, utili solo a piastrellare le nostre latrine.

Re: IN MORTE DELLA DEMOCRAZIA LIBERALE    By Rosario on 14/06/2014 19.00
Grande Michele, sei un mito!!!!! Mandiamoli a cagare

Re: IN MORTE DELLA DEMOCRAZIA LIBERALE    By Catello on 15/06/2014 17.31
Evviva Michele!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Re: IN MORTE DELLA DEMOCRAZIA LIBERALE    By Robert Braubaker on 15/06/2014 18.25
To build the Europe of Peoples, the South of Italy is essential. We need the citizens of this part of Europe, and the party of 'Other South can help us in this important mission. Thank you and good collaboration.<br>All the best Robert Braubaker

Re: IN MORTE DELLA DEMOCRAZIA LIBERALE    By Vincenzo D'Alessandro on 19/06/2014 10.12
La vera democrazia è quella che ci creiamo noi, la vera libertà sta nella capacità di decidere da soli senza poteri esterni che stabiliscono i nostri destini.


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